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Video all’insaputa sui social? Nuovo reato da novembre

Postare sui social audio video all’insaputa dell’interessato potrà diventare reato. I social network, grandi protagonisti del nostro tempo, sono un potente mezzo di comunicazione e, al contempo, uno strumento da utilizzare secondo precise regole. Quest’ultimo aspetto, nell’utilizzo più comune di Facebook & Co., viene spesso ignorato, ma a sollevare l’attenzione sul tema ci pensa la legge 103/2017.
Stiamo parlando della legge delega per la riforma delle intercettazioni, entrata in vigore lo scorso 3 agosto, e che entro tre mesi, a partire da novembre, dovrà disciplinare il reato di fraudolenta diffusione di riprese audio/video e di conversazioni telefoniche di una persona inconsapevole.

Il reato potrebbe essere punibile anche con una condanna fino a quattro anni di carcere. Niente allarmismi però: “osserviamo” casi ed eccezioni per capire meglio quando e come è possibile agire.
La punibilità vi è quando le registrazioni, anche telefoniche, o le riprese hanno lo scopo di colpire e recare danno e sono svolte con l’inganno nei confronti dell’interessato.
Non si tratta di azioni illegali, invece, la ripresa o la registrazione utilizzate nell’ambito di un procedimento amministrativo o giudiziario o per l’esercizio del diritto di difesa o di cronaca.
Allo stesso tempo un’ulteriore finalità positiva è la diffusione del video per migliorare l’immagine altrui. In tal caso non vi è sanzione penale.

Nessuno stop generale, quindi, agli audio o ai video, contenuti molto apprezzati sui social, ma attenzione alla realizzazione, finalità e diffusione degli stessi.